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Centro storico

Quella facciata del Comune di Como che fa un po' Chernobyl

Una questione di "decoro" che si trascina da decenni senza soluzioni

Se ne discute in città da decenni: sotto la giunta Bruni, sotto la giunta Lucini, sotto la giunta Landriscina. Ma la facciata più impresentabile dell'ala "nuova" di Palazzo Cernezzi, un tempo sede del comando dei vigili, resiste. Resiste, immutabile nella sua fatiscente bruttezza. Oramai ha assunto le tragiche sembianze di un edificio scampato a un disastro nucleare.

Soprattutto se lo si osserva dall'interno dell'Arena del Sociale, in pieno contrasto con la bellezza degli spettacoli del Festival Como Città della Musica, ci si chiede come sia possibile che un pezzo del comune di Como possa presentarsi in quelle condizioni. Finestre rotte, tapparelle rotte, facciata che non vede una carezza d'intonaco dal secolo scorso, alambicchi vari a far deposito sul tetto. Sembra appunto quel che resta dopo un'esplosione, uno di quei palazzi abbandonati in seguito alla tragedia di Chernobyl del 1986. 

Si potrebbe fare lo stesso discorso per la Santarella, solo che in questo caso non siamo in presenza di un'area industriale dismessa ma di un'ala del Comune, in parte ancora pieneamente attiva, in pieno centro storico. Ci si chiede come sia possibile che nessuno, in non si sa più nemmeno quanti lustri, abbia mai trovato il tempo, più che le risorse, per ridare un sorriso a un lato della casa che istituzionalmente rappresenta la nostra città.

Si pensa a trasferirisi altrove, si pensa ad abbatterla (l'idea migliore), ma nel frattempo nessuno ha mai pensato seriamente di restituirgli un minimo di decoro urbano. Ci dicono come vestirci, come e dove suonare, ci dicono di non stendere i panni. Ma il tanto osannato decoro non lo si può pretendere con la "faccia" sporca, con il viso consumato più dell'incuria che dal tempo.

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